Al momento della proclamazione della loro indipendenza, le repubbliche sudamericane adottano unanimemente, per la definizione delle proprie frontiere, l’antico concetto giuridico dell’uti possidetis iuris. Ciascun Paese, cioè, si costituisce sulla base dei territori di cui disponeva durante la dominazione spagnola: la delimitazione amministrativa del sistema coloniale viene così ammessa come frontiera politica tra le nuove entità statali. Non tutti gli Stati tuttavia si preoccupano di prendere immediatamente possesso delle regioni ereditate da Madrid, né di precisarne in dettaglio l’estensione. I rispettivi leader sono troppo occupati a regolare le questioni legate alla stabilizzazione interna e, soprattutto, all’organizzazione costituzionale di tutto il sub-continente. Solo dopo il definitivo consolidamento del distacco dalla madre patria e a seguito del crollo degli ideali unionisti di Simon Bolívar, i nuovi governi si dedicano a verificare con puntigliosa applicazione l’estensione dei propri territori. Fatalmente tutte le tensioni e i contrasti, che erano rimasti latenti nel periodo coloniale, riemergono alimentati dalla prepotente esigenza degli Stati sorti dalle ceneri dell’impero di Castiglia di affermare la propria individualità territoriale e di sviluppare la propria identità nazionale.
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15/09/2024Mostra tutto